Storia della Capoeira

Teorie sul termine

L’origine del capoeira e del suo nome non è del tutto certa e priva di polemiche. Molteplici sono le definizioni riguardo alla parola capoeira e alle sue varianti: caà-puêra in lingua tupi indica la boscaglia (caà) che finì di esistere (puêra); co-puêra, sempre in lingua tupi, significa campagna abbandonata (l’incontro di razze e le problematiche linguistiche hanno dato luogo a trasformazioni, ad esempio modificando la o in a). 
Oggi per capoeira, al femminile s’intende foresta vergine che si abbatte per ricavarne legna o terreno coltivabile; capoeirão, maschile accrescitivo, significa folta boscaglia. Capuão, maschile, in lingua tupi, indica un boschetto; capoeira sempre al femminile vuol dire pollaio e capão ladro di galline; capoeira in Brasile è anche un uccello (odontophorus capoeira). Capoeira al maschile vuol dire malvivente, e capoeiragem al femminile è una lotta libera praticata dalla malavita brasiliana.

Alcuni studiosi, tra cui Brasil Gerson, affermano che l’accezione capoeira designa un particolare tipo di cesto, usato per il trasporto delle galline, che venivano portate al mercato dagli schiavi; Gerson propose che il gioco del capoeira fosse nato dal passatempo degli schiavi al mercato.
Condividendo questa teoria, il linguista brasiliano Antenor Nascentes scrive che gli schiavi che portavano capoeiras di polli da vendere al mercato, mentre aspettavano l’apertura del mercato, si distraevano facendo il gioco del capoeira; come una metonimia res pro persona, il nome della cosa era passato alla persona in relazione ad essa.
Per alcuni il termine capoeira compare negli scritti storici relativi alla guerra contro Palmares, nei diari dei capi spedizione incaricati di catturare e riportare indietro i neri fuggitivi.
A parte la discussione sull’origine del termine si ha concretamente il gioco del capoeira come definizione unica e universale; nel linguaggio comune è certo che “capoeira” è un termine che indica un tipo di danza-lotta.

Câmara Cascudo afferma che il capoeira fu portato dai bantu-congolesi i quali praticavano danze liturgiche-iniziatiche al suono di strumenti a percussione, trasformandosi poi in lotta, in Brasile, a causa della necessità di questi neri di difendersi. 
Lamartire P. da Costa ritiene che nella sua fase iniziale esso debba essere stato una specie di danza rituale, poiché ancora oggi, a Bahia, si può osservare l’unione della lotta libera (capoeiragem) con credenze, cerimonie e canti feticisti.

Oneyda Alvarenga afferma che la forza dinamica della musica del capoeira consiste essenzialmente nell’aumento continuo dell’intensità del ritmo e che i canti somigliano a quelli dei riti feticisti, per l’esasperante ripetizione di una breve melodia, molto adatta a condurre a stati d’agitazione. 
Naturalmente gli schiavi africani deportati in Brasile non provenivano solo dall’Angola, così, all’interno delle senzalas, si operò un’ibridazione culturale tra membri appartenenti a differenti gruppi etnici, dal cui processo si ebbe in tal modo anche la formazione ed evoluzione del capoeira.

Capoeira e caso de policia

Agli inizi del XIX secolo già si comincia a parlare di classe sociale dei “capoeiras”. La prima menzione del capoeira si trova nella registrazione dell’arresto di Adam, schiavo mulatto, accusato di essere “capoeira”.
Schiavi ed ex-schiavi, infatti, creavano delle maltas, vere e proprie bande che inquietavano le vie di Rio de Janeiro, Recife, Salvador e altre città, divenendo un problema per l’ordine sociale poiché si sparpagliavano per la città, facevano feste e difendevano la loro precaria libertà; a volte avvalendosi della sola agilità muscolare, altre volte con l’abilità nell’uso di coltelli e rasoi: abilità che
contribuì a renderli noti come criminali, malandros (termine che sta a indicare il vagabondo, scaltro e abile nell’ingannare). 
I capoeira erano così associati ai delinquenti, divenendo caso de policia, nonostante divennero utili al governo brasiliano con la loro partecipazione attiva (più o meno volontaria) a vari fatti storici: come mercenari durante la guerra del Brasile e dell’Argentina contro il Paraguay; nelle controversie tra monarchici e repubblicani; come aiuto per “convincere” e intimidare gli elettori, etc. 
Soprattutto dopo la proclamazione della repubblica (nel 1889), il capoeira conosce una severa repressione. 
Nel 1886 si ha il primo progetto di legge rivolto specificamente contro il capoeira.

Durante questo periodo di repressione del capoeira di strada (tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento), si ricordano figure quasi leggendarie di capoeiristi come quella di Manoel Enrique conosciuto come Besouro Preto (scarabeo nero, nome attribuitogli per la sua capacità di “trasformarsi” in un insetto per fuggire alle forze dell’ordine), eccellente capoeirista ritenuto dotato di corpo fechado, cioè invulnerabile persino ai proiettili. 
Verso la fine di questo periodo si trovano nella letteratura brasiliana, nella misura in cui cambiarono i “padroni” di stile ed argomento, i personaggi del capoeira; ad esempio Placido de Abreu nel 1886 scrisse “os capoeiras”, Aluizo Azevedo nel 1890 scrisse “o cortiço”, Machado de Assis scrisse “bala de estalo” nel 1885, Melo Morais Filho nel 1893 scrisse “capoeira e capoeiragem no rio”… 
In seguito, Jorge Amado in “Bahia de todos os santos”, tracciò il profilo di Querido de deus, altra figura leggendaria del capoeira, nell’anno 1944.

Mestre Bimba: capoeira regional

Manoel dos Reis Machado detto Bimba (soprannome che ricevette alla nascita grazie all’aggettivo usato dalla levatrice per definire il suo sesso alla madre che lo scambiò per una bambina; bimba vuol dire pene piccolo) nacque il 23 novembre 1900 a Salvador, e morì il 15 febbraio 1974; iniziò ad apprendere dal padre la batuque, un’antica lotta nera, poi cominciò a praticare capoeira dal mestre Bentinho.

Radicato profondamente nella cultura dei suoi antenati ed esponente della religione africana del candomblé, non è solamente un eccellente capoeirista, ma fu il primo a cercare di trasformare quest’attività considerata fuorilegge in una forma d’arte liberamente praticata e legalmente riconosciuta. 
Nel 1932 fonda la prima academia (scuola) di capoeira, il “centro de cultura fisica regional” (chiamata così onde evitare riferimenti al capoeira, ancora illegale) ed ne introdusse un metodo d’insegnamento sistematico, unendo al capoeira appreso tecniche di altre lotte, stabilendo ciò che venne chiamato capoeira regional. 
Grazie alla sua determinazione -fu il primo capoeirista ad esibirsi di fronte ad un presidente della repubblica (Getulio Vargas) e per dimostrare la validità del suo metodo sfidò in combattimenti pubblici altri capoeiristi ed esponenti di altre arti marziali, vincendoli tutti- nel 1937 il capoeira venne ufficialmente riconosciuto dalle autorità del Brasile. 

Il capoeira di mestre Bimba si caratterizza specialmente per il grande rilievo dato alla prestanza atletica e all’aspetto di arte marziale.

Sviluppo delle Academias

Mestre Bimba e mestre Pastinha sono generalmente considerati i punti cardine del capoeira, angola o regional, ma vi sono anche altri mestres importanti nella storia evolutiva del capoeira; nomi come mestre Caiçara, Waldemar, Canjinquinha, Suassuna, … appaiono spesso nei testi delle canzoni. 
Col tempo le due diverse metodologie di mestre Bimba e Pastinha portano alla formazione di nuove scuole di capoeira, academias, alcune cercando di mantenere l’insegnamento originale dei mestres, altre sviluppando nuovi stili e peculiarità proprie. 
Ancora oggi Regional e Angola vengono considerati distintamente, basandosi sulla caratteristica del privilegiare l’aspetto di arte marziale nell’uno, e su quella della ritualità e tradizione nell’altro. 
Tuttavia molti ritengono che siano due aspetti diversi del medesimo oggetto, il capoeira appunto, e che un buon capoeirista dovrebbe esser in grado di praticar entrambi gli stili di jogo: l’Angola con i suoi movimenti lenti, il Regional più rapida e tecnica. 
Waldeloir Rego dice che nonostante i nomi siano usualmente impiegati per definire differenti forme di giocare capoeira, esiste un tipo di capoeira, del quale fanno parte gli elementi tradizionali rappresentati dalla triade “ginga-toque-golpe”; osserva inoltre che la creazione di una nuova forma di giocare capoeira è un processo naturale che sorge a partire dalla necessità di creatività dei mestres che la praticano, e che tali modificazioni non interferiscono nella sua integrità.